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"Da questa parte, qualcosa" di Gennaro Maria Guaccio. Quando il male di vivere

libro-guaccio NAPOLI - Sconfiggere un virus letale con la forza della consapevolezza di sé. Si può sconfiggere il male presente nell’attuale assetto sociale? Un male così radicato e capillare da riuscire a colpire anche le radici dell’anima creando un senso di costante sradicamento? La risposta si avrà martedì, 21 maggio 2013, alle ore 18, alla Libreria Loffredo in via Kerbaker, 19/21 dove verrà presentato il romanzo “Da questa parte, qualcosa” di Gennaro Maria Guaccio (Aletti Editore). All’incontro con l’autore interverranno Raffaele Messina, Annella Prisco Saggiomo e Maurizio Sibilio. Letture di Mariarosaria Riccio. Evento a cura di Monica Florio e del Centro Studi Michele Prisco.
Una presentazione quella partenopea non casuale, dato che lo scenario del romanzo è proprio la Città delle Sirene, a parte una breve incursione in Sicilia.
Il protagonista del libro è Eros, professore di scienze in un liceo, non più giovanissimo.
L’amore sembra essergli rimasto solo nel nome, dato che quello per la vita e per l’insegnamento stesso sembrano essersi ormai inariditi.
Infatti, quando si guarda intorno, si sente profondamente a disagio nell’ambiente che lo circonda e persino nei propri stessi abiti. Un ruolo cucitogli addosso che spesso non gli appartiene. Per questo ai suoi studenti parla di un virus che si è insinuato, al pari di come fa un virus che contagia i tessuti di un organismo umano, anche nel tessuto sociale, nella psiche e nell’emotività delle persone, infettandolo e portandolo ad imputridirsi progressivamente.
Quando il male di vivere diventa troppo forte da sopportare, Eros decide di prendersi un anno sabbatico e si allontana.
Quell’anno gli serve per provare a sanare le ferite dell’anima, per ritrovare il ritmo giusto, sia dentro che fuori di sé, e per cercare di trovare una risposta ai suoi troppi perché, compreso quello che riguarda il fallimento del suo matrimonio con Clara e la mancata intesa con la collega Nora.
Ad emergere con forza è il suo totale grado di estraneità ad un mondo, ben rappresentato dalla scuola dove insegna, dominato da caos e malaffare, ed anche la sua difficoltà emotiva a gestire i suoi rapporti interpersonali. Da quello con la madre colpita da Alzheimer e che, nella prigione della sua mente, è ossessionata dall’idea di essere rapita dai Talebani, a quello con una collega carina e problematica con la quale le cose non hanno funzionato.
L’amicizia con un docente di storia dell’arte, simbolo in qualche modo dell’importanza della cultura, la partecipazione ad un convegno, che gli fa riscoprire la reale natura del suo ruolo educativo, ed una vita solitaria ad Ogliastro, piccolo Eden lontano dai ritmi frenetici e finti della città, lo riporterà mano mano verso se stesso.
Sarà allora che sarà davvero pronto a tornare a casa. Grazie alla riscoperta di sé stesso, arriverà una rinnovata speranza di un amore vero e duraturo con Olga, la badante di sua madre. L’amore costituirà, in qualche modo, una sorta di premio per il suo ritrovato coraggio di affrontare le sfide della vita, nella consapevolezza che ogni individuo è chiamato a compiere la sua missione.

di Tania Sabatino

sabatino napoli campania
Data:  16/5/2013   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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