NAPOLI - L’immagine di un uomo riverso a terra con il collo trapassato da un proiettile, simbolo delle conseguenze nefaste prodotte dalla disperazione di una mente fragile ed offuscata, ma anche di uno Stato che non riesce a prendere concretamente coscienza della polveriera sociale che si è venuta a configurare e ad agire in maniera mirata e consapevole e che in più occasioni si è dimostrato incapace di proteggere coloro che di questa società fanno parte. A quest’immagine fa da specchio l’immagine di una donna schiacciata al suolo, il seno premuto contro i sampietrini, perché considerata particolarmente pericolosa.
Quella donna a seno nudo stava esprimendo, assieme alle compagne, il suo dissenso nei confronti dell’attuale assetto sociale e di potere e manifestando solidarietà nei confronti delle minoranze di potere.
Verso chi non può esprimere liberamente i propri sentimenti e perseguire gli obiettivi che vuole. Verso coloro cui è precluso vivere secondo il principio di autodeterminazione.
Sono le donne del gruppo Femen, quelle che si sono spogliate durante l'Angelus del Papa a Piazza San Pietro, per manifestare a favore dei diritti dei gay. La loro protesta, in cui trovano voce i diritti violati di diverse categorie e la voglia di cambiare l’assetto sociale mettendo insieme le forze, ricorda quelle del 1968 quando studenti, operai e donne marciavano per creare un mondo più giusto ed equo e dire la loro contro la violenza di chi considerava le donne una cosa di sua proprietà, una violenza che ancora oggi imperversa, come mostra tristemente la lunga scia di femminicidi che arriva dopo un lungo percorso di molestie psicologiche e fisiche. Tremate, tremate, le streghe son tornate!, Era uno degli slogan più noti del movimento femminista. Donna, non stare lì a guardare, scendi in piazza e vieni a protestare! Donne riprendiamoci il nostro corpo. Non più puttane, non più madonne, finalmente donne. Per ogni donna stuprata e offesa siamo tutte parte lesa.
Una lunga serie di slogan che rinviano al riprendersi la propria vita sia a livello emotivo che fisico ed a decidere dove si vuole andare, come e perché.
Oggi le Femen riaffermano questo diritto e lo fanno esponendo il proprio corpo, in maniera provocatoria, così come fanno le frange più estreme degli omosessuali durante il Gay Pride, con la rabbia e la frustrazione di chi non vuole e non può più nascondere il proprio diritto ad esistere. Con la propensione alla rivolta di chi troppo spesso è stato ridotto al silenzio ed ha camminato nel mondo come un’ombra vivente. Lo fanno con la rabbia di chi, per un bacio dato alla compagna/o o per aver espresso la propria opinione opponendosi ad un regime totalitario, ha pagato subendo calci e pugni.
Una manifestazione di protesta che passa attraverso l’esposizione dei seni. Una sfida alla sessuofobia, a chi vuole reprimere e celare la sessualità, e con essa la potenza generatrice femminile, in grado di riportare in armonia gli opposti, a chi si nasconde dietro il dito di un falso moralismo. Ma anche una rivendicazione che utilizza per avere voce il simbolo della vita, del nutrimento e della protezione. Infatti la Grande Madre, tra le altre parti del corpo, ha bene in evidenza dei seni prosperosi, così come il bambino, attraverso il seno materno, non riceve solo il nutrimento ma anche un senso di rassicurazione nei momenti di maggiore stress. Non a caso, anche da adulti, quando siamo tristi o disperati, chiniamo la testa al petto o, quando ci abbracciano, lasciamo che gli affanni trovino consolazione chiudendo gli occhi ed abbandonandoci contro il petto di chi ci accoglie.
di Tania Sabatino
sabatino la donna che amo
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