PUNTO-DI-DONNA
    
Prima Pagina Blog Spettacolo Cronaca Arte
Cultura Libri Scuola Sport Opinioni
Centro Storico Fiat museo più popolare su Facebook/Centro-Storico-Fiat1

Juliana Buhring, gira il mondo in bicicletta per difendere donne e bambini

Buhring-Juliana 1 NAPOLI - Girare il mondo in bici per lanciare un messaggio di consapevolezza. L’ho incontrata durante la manifestazione “Arti Energetiche in Movimento”, a cura della art director Manuela Ariota, svoltosi il 24 aprile 2013 al Museo del Sottosuolo di Napoli (piazza Cavour, 140) di cui era testimonial. Fisico atletico, quello regalatole da ben 29mila chilometri percorsi in bicicletta, sguardo terso, energia vulcanica e sorriso pronto a contagiare. E’ Juliana Buhring, classe 1972, attivista a favore dei diritti dei bambini. Quelli cresciuti in organizzazioni estremiste o in ambienti isolati, ma anche di tutti coloro cui la guerra o altre situazioni di estremo disagio e violenza hanno rubato l’infanzia.

UN’ESPERIENZA AGGHIACCIANTE
Lei che ha vissuto sulla propria pelle il dolore di vivere in una comunità/setta, “The Children of God” (i bambini di Dio) chiusa in se stessa, dedita ad un culto che millanta di voler fondere i precetti del Cristianesimo con la filosofia comunista. Una sedicente fusione spinta fino alle estreme conseguenze dove il concetto di “abolizione della proprietà privata” non risparmia nemmeno l’intimità delle persone, costringendole ad una condivisione di tutto e ad ogni costo Da questa fase della sua vita nasce un libro “Not without my sister” di cui è coautrice con Celeste e Kristina Jones, figlie dello stesso padre. Il libro uscirà in Italia a maggio con il titolo “Essere innocenti”, edito da Menthalia, che racconta di una lotta per sopravvivere e fuggire da una comunità perversa che, lungi dal mettere in atto amore e perdono, pratica una cura “attraverso tortura fisica e mentale, controllo del pensiero, pornografia, prostituzione, atti terrificanti ed abuso sessuale. Era loro negato l’accesso all’istruzione formale e alle cure mediche, erano forzate a vagare per le strade mendicando denaro, ed erano picchiate spietatamente per ‘crimini’ come leggere un’enciclopedia”, come scrive la stessa Juliana.

OBIETTIVI: DARE SPERANZA E FAR ASSUMERE CONSAPEVOLEZZA DI SE’
Per cercare di dare speranza all’infanzia violata e negata Juliana, il 23 luglio scorso, intraprende una circumnavigazione del globo in bicicletta, partendo proprio da Napoli, sua patria adottiva. Ben 29mila chilometri, attraverso 18 Paesi, 4 continenti e 6 grandi montagne, per lanciare alcuni messaggi importanti.
“Avevo tre obiettivi – racconta Juliana. Il primo era quello di raccogliere fondi a favore della Save Passage Foundation operante a favore dei bambini. Il secondo: dimostrare che tutti possono compiere imprese straordinarie se ci credono, anche una persona normale come me”.
Già, perché Juliana non è un’atleta che si allena da anni, bensì una neofita che delle due ruote sapeva poco e niente. Quando ha deciso di diffondere questi messaggi in giro per il globo si è armata di buona volontà e tenacia ed in otto mesi si è preparata fisicamente (ed emotivamente) al suo tour de force in bici attorno al mondo.
“I limiti – continua Juliana – sono soprattutto nella testa. Il corpo segue ciò che la mente decide e di cui è convinta”.
Il suo terzo messaggio ha come protagoniste le donne e lei si rivolge innanzi tutto a loro per poi passare agli altri.
E’ un messaggio che parla di consapevolezza, quella di se stesse, del proprio valore e della propria forza.
Un messaggio che le sprona ad accettare le sfide ed ad aprirsi alla vita, guardando il mondo con occhi nuovi, e non cedendo il passo alla rassegnazione ed a chi le vuole ingabbiare in ruoli rigidi e precostituiti.
“Il mondo - evidenzia – è un posto meno pericoloso di quello che vogliono farci credere”. Del suo viaggio, che non è stato esente da momenti di grande difficoltà, ricorda i visi e l’accoglienza calorosa, una serie di piccole e grandi storie che adesso sta raccogliendo in un nuovo libro, in fase di stesura, perché “meritano di essere raccontate”.

PROSSIME SFIDE
Dopo la tappa al Museo del Sottosuolo, dove ha voluto sostenere sia il tema dell’ecosostenibilità, lei che ha scelto un mezzo ecocompatibile per eccellenza, in quanto ad emissioni inquinanti zero, sia la mission generale del Museo, che l’ha ‘stregata’ per la sua atmosfera che parla di antichità e di vite che laggiù si sono avvicendate, come sottolinea lei stessa, la sua prossima impresa è una gara chiamata Transcontinental Race, che parte il 2 agosto da Londra e terminerà ad Istanbul.
“Tra i check point da attraversare – dice - c’è lo Stelvio nelle Alpi. Il totale dei km da percorre è di 3200 circa”. Anche lì sarà l’unica donna ad affrontare la sfida. Nel frattempo, però, vorrebbe organizzare la tappa partenopea del Rapha Women’s 100, una manifestazione che parte dalla Francia e che, in contemporanea in varie parti del mondo, vedrà almeno 100 donne percorre 100 chilometri in bici in un giorno. L’appuntamento è per il 7 luglio.

di Tania Sabatino

Leggere:
Tutti gli articoli di e con Tania Sabatino
Data:  25/4/2013   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


RITORNA ALLA HOME PAGE





Prima Pagina Giornale e Contatti Gerenza e Cookie Policy Credits 2009-2025 - CINQUEW.it