MADDALONI (CASERTA) - Non bisogna mai avere paura di un abbraccio, che trasmette calore e accoglienza e schiude un mondo di pensieri ed emozioni. Non bisogna avere paura neanche se ad abbracciarci è chi percepiamo diverso, chiuso in un mondo suo, apparentemente irraggiungibile. L’appuntamento per cominciare a entrare in questo mondo è martedì 12 marzo 2013, alle ore 10, a Maddaloni con la presentazione del libro “Se ti abbraccio non aver paura” di Fulvio Ervas (edito da Marcos y Marcos nel 2012).
L’evento è organizzato da Hamletica libri in collaborazione con il liceo scientifico della Fondazione “Villaggio dei ragazzi” alla Sala Chollet della stessa.
Se ne discuterà assieme ad uno dei protagonisti del libro, Franco Antonello. Dopo l’intensità del romanzo “Nati due volte” di Giuseppe Pontiggia, che racconta il rapporto tra l’autore e Paolo, suo figlio disabile, ecco il racconto di un altro amore speciale, che sfida i pareri medici (che rinchiudono la persona disabile nello spazio angusto di una diagnosi) e i pregiudizi nati dall’occhio di chi si rivela incapace di andare oltre le apparenze e può inchiodare una persona alle corde di un’immagine rigida e senza scampo. Una vera e propria condanna senza possibilità di appello.
MIGLIOR LIBRO DEL 2012
Eletto, dalla trasmissione radiofonica Fahrenheit di RadioRaiTre come il libro dell’anno 2012 , “Se ti abbraccio non aver paura” solleva il velo su un universo poco conosciuto e spesso oggetto di false credenze: quello dell’autismo.
Il testo racconta le esperienze e gli incontri del viaggio compiuto nell’estate del 2010 da Franco Antonello e da suo figlio Andrea, affetto da autismo fin da bambino, attraverso il continente americano. Un viaggio che, sullo stile dei “Diari della Motocicletta” utilizza vari mezzi: dalla moto, appunto, utilizzata per percorrere i chilometri che separano una costa dall’altra degli States all’aereo, passando per l’auto (senza dimenticare alcuni inevitabili tratti a piedi) attraverso l’America Centrale e il Brasile. Un viaggio che diventa occasione di un incontro con sé stessi e con gli altri, in un confronto e scambio di emozioni e frammenti di vita.
IL RACCONTO
La voce narrante è quella del padre, che nell’arco di un anno e mezzo, dopo il rientro dal viaggio, ha condiviso con lo scrittore Fulvio Ervas il resoconto dell’esperienza “on the road” vissuta in compagnia di Andrea.
Nel libro si legge la storia un’avventura sorprendente. Il percorso non segue itinerari programmati né tappe prefissate, ma soltanto il desiderio del padre di assicurare quanti più stimoli possibili al figlio, nella speranza che le straordinarie novità e gli imprevisti del viaggio possano contribuire a trasformare ed a migliorare la condizione di Andrea.
ANDREA E L’AUTISMO
L’autismo rende infatti il ragazzo “un tiranno fragile, bisognoso di libert”» perché, come si legge nelle pagine del romanzo di Ervas, “essere liberi non è solo respirare e avere un cuore che batte”. Una grande opportunità di libertà e di spontaneità, per Andrea, è innanzitutto la scrittura, prima facilitata dall’assistenza di specialisti, poi, a poco a poco, realizzata dal ragazzo in modo indipendente, al computer, per comunicare pensieri ed emozioni.
Così, ad accompagnare Franco e suo figlio nell’avventura in motocicletta, tra i bagagli ci sono anche alcuni fogli bianchi, sempre a portata di mano per poter fissare sulla carta e non lasciar volar via e sparire pensieri ed emozioni. Fogli che mano a mano si riempiono di frasi e ricordi.
Il cuore che in essi batte, il respiro che arriva forte, è quello di Andrea.
Ecco alcune frasi che testimoniano di una profonda consapevolezza della propria condizione, vissuta spesso come una gabbia che castra la voglia di libertà. Di un’acuta percezione del mondoi circostante con cui non si riesce però ad intessere un dialogo ed uno scambio “alla pari”. La voglia di vivere un’esistenza normale e di farcela, che si scontra con il dolore e la frustrazione del limite. Una farfalla che vorrebbe spiccare il volo per esplorare il mondo ma resta inchiodata a terra, gravata dal peso di confini ristretti ed angusti.
“Provo a impegnare mia mente ogni giorno ma lotto invano mi dispero per mio autismo”. “No troppe richieste fatico eseguire tanti ordini”. “Sono un uomo imprigionato nei pensieri di libertà”.
Rileggendo, nel corso del viaggio, i pensieri del figlio e richiamando alla memoria episodi legati a ognuno di essi, Franco ha l’occasione di descrivere e di approfondire le abitudini, le difficoltà, la dolcezza e la sensibilità del ragazzo, mentre di fronte ai due viaggiatori scorrono i paesaggi dell’entroterra statunitense, i deserti dell’Arizona e del New Mexico, le onde del Pacifico, le foreste dell’America Centrale, quelle dell’Amazzonia, le spiagge e i villaggi di pescatori in Brasile.
I PROVENTI DEL LIBRO
Al termine del viaggio, il bisogno di libertà che anima Andrea ha contagiato pienamente il padre Franco e chiunque sia capitato sulla strada dei due italiani, a cominciare dal giovane José, anche lui artistico, incontrato quasi per caso nel folto della foresta di Panama. Impossibilitato ad alzarsi dal letto e circondato da solitudine e miseria nella baracca in cui vive con pochi familiari, Josè è il destinatario dei proventi della vendita di “Se ti abbraccio non aver paura”.
Per non abbandonare la speranza e far sentire il calore di quell’abbraccio anche a chi è lontano nello spazio e vive una condizione di quotidiana solitudine e mancanza di prospettive.
di Tania Sabatino
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