Marchio d'impresa e marchio comunitario, consumatori e produttori senza tutela |
ROMA - È in corso in questi giorni il ciclo di audizioni sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della Direttiva (UE) 2015/2436 sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di marchi d'impresa, nonché per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2015/2424 recante modifica al regolamento sul marchio comunitario (Atto del Governo n. 55).
Attualmente il nostro sistema produttivo risente di numerose problematiche, in aggiunta al drammatico fenomeno dell’italian sounding, che costa ai produttori italiani circa 90 miliardi l’anno, mettendo anche a serio rischio la salute dei consumatori, oltre che ingannarli. Inoltre, vi sono ulteriori problemi legati alla debolezza del sistema produttivo, che impattano direttamente sulla qualità delle produzioni, sul Pil ed in particolar modo sulla salute e gli interessi dei consumatori.
Per questo motivo nell’audizione parlamentare che si è tenuta presso la X Commissione della Camera, Danilo Galvagni, vicepresidente ADICONSUM, ha avanzato la proposta che la fase di recepimento dei due povvedimenti, potrebbe rappresentare l’occasione per definire i contenuti del Made in Italy quale marchio nazionale di qualità e non semplice rilevatore della provenienza dei manufatti. In questo modo si darebbe piena attuazione alla Legge 166/2009.
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