NAPOLI - Impossibile non lasciarsi tentare da una piccola macchina fotografica e cogliere un attimo, uno sguardo, una smorfia, una luce. Lasciare memoria, fermare il tempo. In una parola: fotografare. In occasione della presentazione della mostra fotografica "Non è tutto rock quello che luccica" a Napoli dall'8 novembre al 14 dicembre 2013, al caffè letterario Evaluna di Piazza Bellini, ho incontrato Davide Visca. Classe 1964, napoletano. Fotografo professionista dal 1996. Da Bennato a Senese passando per Silvestri, Zilli e Capossela, giovani emergenti come i Low Fi, gruppo musicale darkwave del panorama elettronico che lavora tra Napoli e Berlino, sono solo alcuni degli artisti protagonisti nelle foto di Davide.
"Il mestiere di fotografo è maledettamente difficile, ed anche la vita del semplice appassionato non è meno complicata, a patto che la passione sia per le immagini e non per l'attrezzatura.
Lo scrittore ha un intero libro per narrare il suo racconto, tante pagine per raccontarci una storia, farci conoscere i suoi personaggi, giungere ad un epilogo. Durante questa strada potremo emozionarci, gioire, ridere, arrabbiarci, piangere o restare del tutto indifferenti.
Il musicista ha un brano, talvolta un intero disco, per trasmettere il suo messaggio. Parole e musica che si intrecciano per creare, anche in questo caso, emozioni.
Il regista ha una intera pellicola per la sua storia. Micro-frammenti di tempo durante i quali ci prende per mano e ci porta con sé.
Il fotografo, fra i cantastorie, è quello che ha il compito più ingrato: in una unica immagine deve comporre il suo racconto. Un unico fottuto fotogramma per presentarci i suoi personaggi, farci conoscere il contesto della storia, l'epoca, l'evento e con una sola mossa trasmetterci emozioni e farci volare o cadere.
Io che per professione ho scelto di dedicarmi alla fotografia di spettacolo, e di musica in particolare, ho un compito ancora più arduo: oltre a raccontare età, contesto, personaggi devo anche cercare di, a chi osserva le mia fotografie, fare ascoltare la musica di quel momento. Compito davvero ingrato.
Non scenderò nei dettagli di ogni singola immagine della mostra, non avrebbe senso raccontare una fotografia. Ho scelto queste nove + una non perché siano le più belle, le più significative della mia produzione o le migliori dal punto di vista tecnico, anzi. Ho scelto queste perché quando le ho scattate ho sentito una emozione, ho sentito che proprio quella era la fotografia che stavo cercando".
La mostra anticiperà l’inizio del “Corso non Convenzionale di Fotografia” che Visca terrà proprio nei locali di Evaluna.
“Sarà un corso in cui non solo daremo una infarinatura sulla fotografia, ma si concentrerà sul come raccontare una storia in uno scatto. Lo faremo attraverso la lettura delle opere di grandi maestri quali Bresson, Newton, Corbin, Wenders, nonché attraverso l’analisi della fotografia di film di grandi artisti.”
di Lucia Maglitto
|