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Anna Maria Ballarati incontra Chiara Gambino, psicologa e psicoterapeuta

gambino-chiara 1 ROMA - Anna Maria Ballarati incontra la dottoressa Chiara Gambino, psicologa-psicoterapeuta. L'intervista fatta a Gambino, inizia con una serie di domande e mie curiosità verso uno specialista ed una donna che intraprende una attività al servizio degli altri. La domanda che mi pongo e le chiedo: quale è stato il percorso, la motivazione nella scelta di questa attività, gli ostacoli, difficoltà, e visto che è una Psicologa di successo come si ottengono i risultati in un campo cosi particolare e come per poter riuscire ad aiutare le persone che non riescono a risolvere da sole le loro problematiche?
Ciò che da sempre ha guidato e motivato il mio viaggio introspettivo è stata fin da piccola una curiosità innata a comprendere il perché delle cose e delle persone, sono sempre stata un’attenta osservatrice dei modi di fare e di parlare delle persone, da bambina ascoltavo incuriosita i discorsi degli adulti, li osservavo nelle loro movenze, nel loro modo di interagire, di gesticolare e di vestirsi. Anche in classe tra i compagni cercavo di comprendere le dinamiche sottostanti e sentivo dentro di me una spontanea tendenza ad aiutare le persone più indifese. Oltre a doti innate di sensibilità e curiosità verso i meandri della psiche umana e verso i misteri della vita, si è aggiunta alla motivazione a fare da grande la psicoterapeuta, anche il mio percorso di vita non certo facile e lineare, costellato da una serie di traslochi e trasferimenti di città in città a causa del lavoro di mio padre, ufficiale di marina, nello specifico sommergibilista, oggi ammiraglio in pensione.
Nelle lunghe attese del rientro dagli abissi marini di mio padre, mia madre da sola con due bambini piccoli ha sempre continuato ad occuparsi di me e di mio fratello e nel contempo ad insegnare nelle più disparate scuole d’Italia. Da lei ho imparato, la tenacia, la forza di volontà, la determinazione e la creatività di una donna che da sola è sempre riuscita a far fronte agli ostacoli più duri della vita, riuscendo anche a coltivare con passione il suo lavoro di insegnante che con metodi creativi (il teatro e la poesia) ha motivato anche gli alunni più difficili.

Da mio padre ho imparato nell’attesa dei suoi rientri, a fare i conti con la sua mancanza e le rustrazioni della vita. Lui mi ha inoltre insegnato la pazienza, la bontà e la generosità verso gli altri, mi ha insegnato a sperimentare la gioia nel donarsi agli altri, perché quando lui riemergeva dal mare si donava totalmente a noi e non per sensi di colpa, ma per totale amore di un padre che anch’esso aveva sofferto durante queste estenuanti lontananze.

La storia di vita di un terapeuta è ciò che in genere determina in gran misura la scelta stessa di questo mestiere e per approcciarsi agli altri, ed a chi soffre è necessario innanzitutto guardarsi dentro, mettersi in discussione e prendere consapevolezza dei propri punti d’ombra ed imparare a fare di ogni sofferenza un punto di forza. Non solo il terapeuta si accorge quando un paziente sta mentendo, ma anche un paziente avverte quando un terapeuta si maschera dietro false cornici d’oro, mentre al suo interno c’è il marasma. Diventare psicoterapeuta non è dunque questione di pochi istanti o di 5 anni di università, è questione di una vita intera, di un processo lungo e faticoso che dura ogni giorno della propria esistenza, ogni giorno nel confronto con gli altri un bravo terapeuta dovrebbe avere il coraggio e l’umiltà di guardarsi dentro e di sintonizzarsi con le proprie emozioni, al fine di evolvere e di migliorarsi costantemente a costo di dover toccare con mano ciò che spaventa di più…

Gli ostacoli sono innumerevoli, in aggiunta anche al fatto che l’Italia non sia di certo un paese meritocratico ed organizzato dal punto di vista del percorso di studi e lavorativo. Mi sono laureata a 24 anni, dopo un’esperienza di una borsa di studio di tre mesi a Londra per preparare la tesi di Laurea. Ho discusso la mia tesi dal titolo “il problem solving in psicoterapia” mentre ero al settimo mese di gravidanza della mia prima figlia Margherita, che anche se sopraggiunta un po’ in anticipo rispetto ai miei progetti preposti, ha contribuito ad attingere da dentro di me una grande forza di volontà e desiderio nel poter realizzarmi sia come madre, che come donna lavoratrice. Le mie prime esperienze lavorative di tirocinio e volontariato mi hanno consentito di sperimentare il lavoro all’interno dei Consultori Familiari, dove si impara un po’ di tutto, il lavoro con le donne, le coppie, le famiglie, gli adolescenti, i corsi di preparazione al parto, il confronto con persone straniere, gli interventi di prevenzione e di educazione alla salute nelle scuole. In quei primi anni ho capito che volevo lavorare in quell’ambito e la mia creatività, entusiasmo e coraggio hanno fatto si che dopo 4 mesi di volontariato in un consultorio per adolescenti mi venisse proposto il mio primo contratto di lavoro come consulente psicologa. Da queste prime esperienze ho compreso quanto fosse ecessario curare la comunicazione nell’ambito lavorativo e rafforzare la propria autostima. Ho iniziato a studiare i temi della comunicazione assertiva e dell’autostima che successivamente ho trasformato ed organizzato in corsi psicoeducazionali rivolti alle donne. Per otto anni ho lavorato in tutti i consultori della asl rme aumentando le mie conoscenze e la mia professionalità.

Mi sono contemporaneamente specializzata in psicoterapia ad orientamento cognitivo e poi ho deciso di dedicarmi alla libera professione avviando il mio studio privato e nel contempo fondando la mia associazione “Donna e Politiche familiari” nel 2000 all’interno della casa internazionale delle donne. Nel frattempo la mia famiglia si allargava e mi ritrovavo con due figli e le difficoltà di conciliare l’ambito familiare con quello lavorativo, aumentavano sempre di più, anche perché l’Italia è un paese privo di politiche familiari adeguate e le donne madri e lavoratrici sono le prime a farne le spese sottoponendosi a volte a sacrifici immani. Devo però dire che i sacrifici che fin’ora ho dovuto sostenere (famiglia, studi e lavoro), mi sono serviti per diventare più forte e per credere sempre di più in me stessa e nel fatto che se nella vita si mantiene un atteggiamento positivo e fiducioso verso se stessi e gli altri, la vita in qualche modo ti ripaga e ti dà ciò che ti serve per la propria crescita ed evoluzione.

Tali sacrifici e cambi di lavoro e di settore, mi hanno inoltre consentito non solo di rimettermi sempre in gioco rispetto alle mie potenzialità, ma anche di acquisire nuove competenze e di conoscere persone sempre nuove. Oggi mi sento realizzata innanzitutto come donna poiché sono riuscita ad accettare e a superare molti miei limiti, mi sento realizzata come madre perché ho tre figli meravigliosi da cui imparo quotidianamente ad essere mamma e mi sento realizzata in parte come professionista. Sul lavoro sento che potrei spiccare il volo e riuscire a fare di più, ho ancora molti progetti e spero di realizzarli gradualmente. Le persone che mi sono più grate sono i pazienti e qualche collega sincera ed onesta. Ho aiutato molte donne ad uscire fuori dal circuito della violenza domestica e molte di loro senza che si conoscessero tra di loro, mi hanno detto che ero il loro angelo, questo apprezzamento mi riempie di gioia e nulla nella vita è più impagabile del bene che si fa agli altri e del bene che poi si riceve dalle persone più umili, che sono al tempo stesso le più coraggiose.

Nonostante lavori nel campo della violenza domestica, fortunatamente non rientro come tante mie colleghe, in quella categoria di donne femministe che odiano gli uomini. Anzi continuo a lavorare anche con pazienti uomini, anche con quelli violenti e comprendo sempre di più quanto dietro la violenza ci sia sempre una sofferenza e se riesco a farlo comprendere anche a questa tipologia di uomini, che per lo più vivono nella negazione del loro problema, non solo ho aiutato loro a fare un salto evolutivo, ma ho anche risparmiato la vita di una donna potenziale vittima di soprusi.

Seguo con molta attenzione i suoi convegni e le sue ricerche svolte nell'ambito del suo lavoro, le sue conferenze ed incontri interessanti dai titoli e dagli argomenti forti decisi, si nota che dietro c'è molto lavoro, molto studio e molta ricerca per poter ottenere dei risultati positivi a favore di chi subisce questi comportamenti da persone con delle problematiche e penso che il suo obiettivo DIVULGARE, DIVULGARE, DIVULGARE sperando di sensiblizzare l'opinione pubblica sia veramente efficace ...e nei suoi incontri Chiara Gamdino parla di "AUTO-DIFENDITI & AUTO-STIMATI", "PERCHE' LE PERSONE GRIDANO?"
"LA VIOLENZA DOMESTICA: fenemelogia, dinamiche di coppia e linee d'intervento", "LA VIOLENZA INGABBIA MA LA RETE LIBERA TUTTE", "CHE RABBIA LA RABBIA".
Argomenti interessanti attuali che devono essere divulgati per il bene comune. Gambino, psicologa-psicoterapeuta mi informa che i prossimi incontri riprenderanno a settembre ... Le auguro successo e molta condivisione da parte dei fruitori affinché si raggiunga nelle persone equilibrio, serenità, tranquillità e si metta finalmente da parte tanta cattiveria, tanta mediocrità, tanta pochezza da parte delle persone che non hanno rispetto né per sé stessi né per gli altri.

di Anna Maria Ballarati
Data:  15/7/2013   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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