Pasolini morto 35 anni fa, c'è un altro libro. Ma chi furono i mandanti? |
ROMA - A 35 anni dalla morte, resta il mistero sulla tragedia di Pier Paolo Pasolini. In occasione dell'anniversario, Castelvecchi editore pubblica "Pier Paolo Pasolini - Una Morte Violenta" di Lucia Visca. La scrittrice - direttrice delle testate web mensileatlante.it, mensiletechnet.it e geopolitica - la mattina di quel 2 novembre 1975, fu la prima cronista ad accorrere sulla scena del delitto. Insieme al cadavere del poeta giacevano alcuni indizi importantissimi: dettagli trascurati dai primi investigatori.
«Lucia Visca ha visto con i propri occhi gli indizi che contribuivano a dimostrare la presenza di altre persone sulla scena del delitto - scrive Gianni Borgna nella prefazione -. Da brava cronista avrebbe potuto raccontarlo fin dall'inizio, come poi fece in seguito. Nel farlo ha riottenuto dalla storia ciò che il giornalismo, un po' crudelmente, le aveva tolto: il caso Pasolini è ancora aperto e la sua testimonianza resta essenziale».
Questo libro accende i riflettori su ciò che accade nelle prime tre ore dopo il ritrovamento del corpo martoriato del poeta, proprio a quei momenti bisogna tornare per elaborare ipotesi realistiche sulle modalità dell'omicidio e sui suoi possibili moventi e mandanti di cio' che resta uno dei delitti più dolorosi mai sopportati dalla storia e dall'opinione pubblica italiana.
Era l'alba del 2 novembre, quando fu trovato all'Idroscalo di Ostia il corpo del poeta-giornalista-scrittore-regista mai dimenticato. Per ora rimane una sola persona condannata per la morte di Pasolini: il reo confesso Pino Pelosi. Si sospetta da 35 anni che con Pelosi ci fossero altre persone che infierirono sul corpo del poeta bolognese, ma tanti anni non sono bastati a dare un nome a quegli ignoti.
Ma chi furono i veri mandanti di quell'omicidio? Si è parlato spesso di un complotto ai danni di Pasolini, per essere pronto a pubblicare, nel romanzo "Petrolio", inquietanti rivelazioni sulla morte di Enrico Mattei. Ma il finale del film non si riesce ancora a scrivere.
di Giuseppe Rapuano
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