PARLIAMONE
    
Prima Pagina Blog Spettacolo Cronaca Arte
Cultura Libri Scuola Sport Opinioni
Centro Storico Fiat museo più popolare su Facebook/Centro-Storico-Fiat1

Autotrasporto, fatture per operazioni inesistenti per 120 milioni di euro

euro PALERMO - La Procura della Repubblica di Palermo – Dipartimento Mafia Economia – sulla base di gravi e convergenti evidenze investigative acquisite da parte del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo nei confronti di un professionista palermitano, individuato quale ideatore di un’articolata frode fiscale, decideva di avviare un’indagine di più ampio respiro su una serie di cooperative, a lui direttamente o indirettamente riconducibili. Prendendo quindi le mosse dagli esiti di una prima verifica già conclusa nei confronti de “IL BISCIONE TRASPORTI” scarl, con sede in Palermo, di fatto attiva fino al primo semestre 2006, si procedeva all’ispezione contabile di altre 6 cooperative, di cui 3 operative fin dal 2005 (“MA.DA. GROUP” scarl, “T. E F.” scarl e “TRASPORTI & SPEDIZIONI” scarl) e le rimanenti costituite alla fine del 2008 (“GI.DA. GROUP” scarl, “EMMEDI LOGISTIC” scarl, “MILLENIUM TRASPORTI” scarl). Tali aziende hanno operato, in tempi diversi ed in attuazione di un medesimo disegno criminoso, dal 2005 ad oggi, prevalentemente in Sicilia (soprattutto nelle province di Palermo, Trapani, Messina, Siracusa e Catania), ma anche in Calabria, Toscana (nel porto di Livorno), Abruzzo e Puglia.
Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo, sotto il coordinamento della D.D.A. di Palermo, ha quindi programmato ed eseguito un articolato piano operativo su una serie di imprese affidatarie dei servizi di consegna delle merci dai più importanti centri distributivi della zona alle catene di supermercati, ai centri commerciali ed agli altri venditori al dettaglio, nonché delle consegne di pacchi ai destinatari finali per conto di primari corrieri nazionali.
Gli approfondimenti investigativi, confluiti nell’operazione “Dark Truck”, durati diversi mesi e condotti attraverso numerosissimi controlli presso clienti finali, escussione in atti di centinaia di persone ed articolate indagini finanziarie, hanno permesso di fare emergere un sistema di frode particolarmente insidioso in quanto tutte le cooperative verificate sono risultate vere e proprie imprese “criminali”, costituite al solo fine di commettere illeciti a beneficio dei loro committenti, operando quali soggetti economici fraudolentemente interposti nella filiera commerciale.
Le cooperative, infatti, sono state create al solo scopo di fornire uno schermo giuridico a numerosi autotrasportatori, spesso privi dei requisiti di onorabilità e professionalità necessari per l’iscrizione all’albo nazionale dell’autotrasporto, i quali, una volta associatisi e conferito cartolarmente il mezzo alla cooperativa, continuavano ad operare in piena autonomia, ma in forma del tutto occulta, essendo inquadrati come lavoratori dipendenti (facchini, autisti).
Inoltre le stesse cooperative sono state utilizzate anche per “esternalizzare” illecitamente la forza lavoro, assumendo – solo formalmente – centinaia di lavoratori che in realtà erano selezionati, gestiti ed amministrati direttamente da altre imprese che li utilizzavano – senza soluzione di continuità - nelle proprie strutture. Le stesse cooperative poi fatturavano alle imprese beneficiarie della frode prestazioni di servizi, simulando inesistenti contratti di appalto in modo da permettere loro la contabilizzazione dei relativi costi.
Una sorta di agenzie interinali abusive che incentravano fraudolentemente su di sé tutti gli obblighi fiscali inerenti il rapporto di lavoro, che poi rimanevano sistematicamente inadempiuti. L’effetto è stato dunque quello di introdurre nel mercato forza lavoro ad un costo notevolmente inferiore a quello legale con conseguente distorsione degli equilibri del mercato stesso e del corretto dispiegarsi delle dinamiche concorrenziali.
In questo modo anche aziende con consistenti patrimoni e con volumi di affari per diversi milioni di euro all’anno, non assumevano direttamente alcun lavoratore. Anzi, gli stessi amministratori e qualche loro familiare si erano fatti assumere dalle cooperative, così da maturare illecitamente diritti e anzianità contributive senza versare nulla.
Migliaia quindi le fatture false emesse ed ingentissimi i debiti tributari e previdenziali imputati alle cooperative che poi, ovviamente, non versavano neanche un euro di tasse, né le ritenute operate, né i contributi assistenziali e previdenziali dovuti.
Il sistema illecito si perfezionava poi con la presentazione di dichiarazioni fiscali infedeli e con l’illecita compensazione degli ingenti debiti erariali accumulati con crediti IVA e altri crediti d’imposta, tra cui quello riconosciuto per l’incremento occupazionale, in realtà completamente inesistenti.
Non sono poi mancate neanche le fatture false registrate dalle cooperative fra i costi d’esercizio, come quelle emesse per alcuni milioni di euro da distributori di carburante compiacenti, poi sequestrati perché nella diretta disponibilità dei noti “boss” mafiosi Graviano.
Inoltre, tra i maggiori clienti delle cooperative risultano diverse aziende successivamente sequestrate perché nella disponibilità di appartenenti a “Cosa Nostra” o comunque partecipate o amministrate di fatto da soggetti indiziati di appartenenza mafiosa: da centri distributivi di Carini ad imprese palermitane operanti nel settore dell’autotrasporto o anche nella vendita all’ingrosso ed al dettaglio di alimentari.
Diversi sono poi i soci o dipendenti pregiudicati, tra cui alcuni “padroncini” già tratti in arresto per associazione di stampo mafioso, che continuavano la loro attività dietro lo schermo cooperativistico. Numerosi anche i parenti di mafiosi assunti.
Il sistema ha funzionato e si è diffuso nel tempo perché favoriva tutti gli attori coinvolti:
i clienti, decine e decine di imprese per lo più localizzate nel sud Italia che pagavano i servizi ad un prezzo sicuramente concorrenziale e nel contempo avevano a disposizione manodopera specializzata di loro fiducia senza assumere direttamente gli obblighi ed i vincoli normativi ricadenti sul datore di lavoro;
i trasportatori e gli altri lavoratori, che ricevevano comunque il dovuto per le prestazioni effettuate, avendo anche il vantaggio di risultare meri dipendenti con conseguente regolarizzazione – almeno formale - della propria posizione innanzi al Fisco e agli organi previdenziali;
gli stessi responsabili delle cooperative, che ottenevano comunque ingenti profitti, atteso che si trattenevano comunque l’IVA che poi non versavano, nonché una quota mensile (oscillante tra i 100 ed i 200 euro) pagata dai padroncini e dagli altri soci a compensazione dei “servizi” contabili ed amministrativi offerti.
A perdere era invece lo Stato che non incassava l’IVA, né le imposte dirette, né i contributi di legge; ma danneggiati sono stati anche gli altri operatori del settore che sono stati di fatto estromessi dal mercato non riuscendo, ovviamente, a praticare prezzi altrettanto concorrenziali.
D’altra parte i numeri della frode scoperta dalle Fiamme Gialle danno contezza del grado di pervasività del fenomeno illecito e del grado di inquinamento del settore: dietro lo schermo delle cooperative controllate hanno operato oltre 180 autotrasportatori (tutti evasori totali) e oltre 1.000 lavoratori dipendenti impiegati con mansioni varie, quali facchini, autisti, commessi, repartisti in supermercati, ma anche pasticceri, impiegati e perfino contabili.
Le cooperative hanno illecitamente compensato oltre 16 milioni di debiti con l’erario ed hanno emesso, dal 2005 ad oggi, complessivamente fatture per operazioni, soggettivamente o oggettivamente, inesistenti per circa 120 milioni di euro, producendo così per i responsabili della frode un profitto illecito quantificato in oltre 17 milioni di euro.
A conclusione delle attività di verifica fiscale i militari operanti hanno denunciato sette persone alla Procura della Repubblica di Palermo per omessa o fraudolenta dichiarazione dei redditi, emissione di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento di IVA e di ritenute certificate, indebita compensazione di debiti tributari ed illecita somministrazione di personale.
Considerato quindi il quadro probatorio sussistente e la necessità di intervenire con tempestività al fine di evitare lo svuotamento patrimoniale delle aziende e, in ogni caso, la reiterazione delle condotte illecite accertate, la Procura della Repubblica di Palermo ha disposto il sequestro dei beni nella disponibilità dei sei indagati, fino al valore di 62,7 milioni di euro, pari al danno complessivo subito dalle casse erariali, nonché l’intero complesso dei beni formalmente intestati alle 5 cooperative al momento attive sul mercato.
Sono stati sequestrati, tra gli altri beni, 99 automezzi adibiti a trasporto merci (motrici, autocarri e furgoni), 10 autoveicoli (tra cui un BMW 330D, un RANGE ROVER SPORT, due MERCEDES), 6 motocicli, 5 terreni agricoli, 17 immobili (appartamenti e relative pertinenze), nonché più di 60 rapporti bancari (conti correnti, conto titoli, polizze assicurative) con saldi attivi per un valore, complessivamente, di oltre 400.000 euro.
I sequestri, emessi d’urgenza dai PP.MM. inquirenti, sono stati confermati dal Tribunale del Riesame, che ha rigettato i ricorsi proposti dagli interessati. Spetterà ora all’amministratore giudiziario verificare la possibilità di continuare o meno l’attività secondo canoni di legalità.
Sotto il profilo amministrativo, sono ora in corso le verifiche fiscali nei confronti dei clienti delle cooperative che hanno utilizzato le fatture per operazioni inesistenti da queste emesse e hanno beneficiato del sistema fraudolento per abbattere i costi e acquisire l’illecito vantaggio competitivo, nonché nei confronti degli autotrasportatori che hanno occultato la propria attività imprenditoriale dietro lo schermo cooperativistico.

Guardia di Finanza
Data:  18/5/2012   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


RITORNA ALLA HOME PAGE





Prima Pagina Giornale e Contatti Gerenza e Cookie Policy Credits 2009-2025 - CINQUEW.it