Natale con le lacrime per chi perde il lavoro, Apocalisse Italia |
CROTONE - Facce solcate dalla sofferenza. Lacrime trattenute a stento, ricacciate indietro dall'ultima punta d'orgoglio rimasto. Ottocento i cuccettisti che rimarranno senza posto di lavoro. Toccherà con il nuovo anno agli operai di Fincantieri, circa settecento. Numeri che sembrano bruscolini ma che testimoniano la scarsa crescita del Paese e una crisi che tocca le nostre vite simile a un'Apocalisse. Cifre snocciolate che da sole testimoniano un dramma, padri di famiglia che non sapranno cosa fare. Questo è il Natale più amaro per un'Italia che a scavare nella sua profondità, mostra le piaghe sanguinolenti di una crisi rappresentata da tasche prosciugate. Non un domani incerto e nebuloso, ma un oggi fatto di pochi spiccioli per campare alla giornata. Speranze infrante, sogni sgonfiati come palloncini senza più aria. Chi arranca e fa fatica come fa ad aspettare un giorno in più senza possibilità di spingere un carrello con qualcosa dentro? Una crisi velenosa più di una pillola di cianuro. Eppure è come se queste persone non avessero più nessuno status. Si lamentano i parlamentari per la decurtazione del loro stipendio. Si lamenta chi usufruisce del vitalizio bollando la cancellazione come suicidio. Ma per tutte quelle storie raccontate dalla faccia di chi già oggi non ha niente, di cosa bisognerebbe parlare? Natale, freddo, Natale spartano, Natale con le briciole nel piatto.
di Antonella Policastrese
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