CROTONE - Giovedì 2 agosto. A Crotone viene indetto un consiglio comunale straordinario e dopo nemmeno sette minuti dall'avvio ai lavori,Vallone, primus inter pares si dimette. Schiavo della sua maggioranza, attanagliato da equilibri politici che mal si sposano con il momento attuale l'unico rimedio che l'uomo può adottare è dimettersi. Al di là di come si evolverà la situazione forse delle brevi considerazioni è doveroso farle. La maggioranza del sindaco è retta dall'IDV e da SEL. Uomini che hanno fatto il loro tempo che sono stati additati dalla cittadinanza per il loro cattivo operato e davanti a nuove formazioni nel territorio si sono riciclati adottando i metodi ricattatori di sempre. Mi chiedo come sia possibile per esponenti come Vendola e Di Pietro del SEL e l'IDV parlare di legalità, di anticasta quando è proprio all'interno degli apparati crotonesi che la casta vive e si moltiplica con la stessa frequenza de funghi quando piove. E che si tratti di funghi velenosi è fuor di ogni ragionevole dubbio, poichè nell'IDV allignano uomini della vecchia politica coadiuvati in questo anche dal partito di Vendola. Elezioni, cambiamento. Quale su Crotone se gli uomini sono sempre gli stessi, se in consiglio comunale ci sono venditrici di frutta che non sanno nemmeno parlare e l'unica preoccupazione è quella di portarsi a casa 1300 euro mensili, tramite i gettoni di presenza dovuti alle commissioni comunali che vengono indette tutti i giorni?
Siamo peggio degli zulù con l'orecchino al naso. Scarsa capacità da parte dei cittadini di attuare una cernita di uomini capaci di rappresentarci, invece di eleggere i soliti che rimangono in sella e tengono banco come sempre. Capisco che ci siano bisogni atavici in questa città ormai allo sbando e che non ha più nulla, ma fa male sapere che in tempo di elezioni ci si vende anche per dieci euro. Fino a quando le cose andranno in questa direzione non credo che i Crotonesi andranno troppo lontano e sarebbe ora che Di Pietro e Vendola prima di aprire bocca controllassero cosa succede altrove.
di Antonella Policastrese
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